Ci sono donne che s'innamorano sempre di uomini violenti, che le maltrattano guardandole da vicino, assomigliano magari al loro padre. Sono uomini deboli, superficiali, donnaioli, indifferenti, di cui hanno sempre avuto molti aspetti comuni con la figura paterna. Spesso scatta una trappola mortale pur di evitare, solitudine, ci fa pasticci si fa bastare ciò che non dovrebbe bastare più, ciò non è logico, né dignitoso. Questa relazione non è opportunismo economico, ma la paura di dover ricominciare da sola, l'angoscia di tornare a casa e di trovare la luce spenta, sono situazioni senza senso, il guaio è che ci si abitua al non senso. Se durante l'infanzia, non si è ricevuto affetto, quel vuoto è già conosciuto, è un'abitudine e non fa paura. Bisogna educare ai sentimenti e costruire dentro di sé, la capacità di far fronte agli eventi belli e brutti della vita. In altre parole, il dolore, la frustrazione, il voto brutto, e il no del papà, la sberla, il rimprovero del nonno, il piccolo abbandono, sono tutti eventi che aiutano a crescere. Mentre sono dall'altra parte deleteri, tutti i tentativi, che i genitori mettono in atto per tutelare i figli, da qualsiasi contrattempo. Ci sono ragazzi che precipitano nel pozzo della depressione, per disperazione quando un amore finisce. In questo caso, è necessario imparare a vivere le esperienze emotive, senza farsi travolgere. E l'occasione per il collaudo, diventa proprio l'innamoramento. Se si supera la prova, significa, che abbiamo avuto dei bravi genitori. Per alcuni purtroppo non è stato così, durante tutto il periodo delle loro relazioni erano presi dall'angoscia che l'indomani magari il ragazzo la ragazza non l'avrebbero chiamato erano ossessionati all'idea che l'amore poteva finire, e vivono una profonda angoscia di essere abbandonati. Con questi sentimenti, si avvicinano a lei o lui in modo rigido, meccanico. Spesso il problema è che si è innamorati senza coltivare la stima per se stessi, andando così incontro alla tristezza e all'umiliazione. Non essendo convinti del loro valore, non si sono fatti rispettare, e senza autostima, non si va lontano sembrerà strano, ma ancora oggi molti si sentono, più protetti da una falsa consuetudine, piuttosto che mossi dall'esigenza di cambiare. A volte siamo tarati sul dolore, e non sulla felicità. Occorre cogliere segnali, che il corpo lancia, attraverso un linguaggio fatto di sguardi, gesti, sorrisi, silenzi un codice che lascia intravedere. Ognuno ha le sue diversità, e vanno tenute in considerazione, se si vuole vivere appieno la coppia, bisogna lasciarsi andare, abbandonarsi, fidarsi l'uno dell'altro con la consapevolezza che non succederà nulla che possa creare disagio o imbarazzo, che tutto ciò che potrà accadere in quell'incontro potrà andar bene se si coltiva la voglia di conoscersi, di crescere insieme, difficilmente si avvertirà la necessità di fare scappatelle eccetera. Spesso l'idea è che una coppia debba sacrificare le proprie pulsioni e la carica erotica ad un ruolo sociale di moglie marito o figlio o di famiglia, e si rischia di trasmettere questo stereotipo ai giovani. E' difficile che una madre dica alla figlia, di non pensare a sposarsi ma di essere felice. Le domande di genitori ai figli, riguardano più spesso la provenienza sociale del nuovo amore piuttosto che l'intensità, il rispetto, l'onestà dei sentimenti. Come se fosse più strategico per il futuro, di un'sistenza felice il tipo di studi fatti, o lo stipendio percepito. Si trasmette così un'idea di coppia, che debba avere un valore sociale, la parte economica ma priva di quella emotiva.